Disinfestazione nell’Industria Alimentare

La presenza di insetti laddove vi sono derrate alimentari costituisce sempre un problema, per l’eterno tiro alla fune che vede da una parte una varietà di insetti attratti irresistibilmente dal richiamo del cibo e dall’altra chi a tutti i costi se ne deve liberare con interventi professionali di disinfestazione nell’industria alimentare.

E se il problema in alcuni casi risulta limitato, quando si tratta di industria alimentare, di “ambienti sensibili“, le conseguenze di un’infestazione possono essere molto onerose, portando anche un danno di immagine (danno d’immagine = danno economico) nel caso poi al consumatore arrivi una confezione fornita, oltre che del prodotto richiesto, anche di un surplus animale.

Fase 0 – Controllo e Monitoraggio dell’Industria Alimentare

Nell’effettuare un monitoraggio ambientale in un’industria alimentare (intesa nel senso della 155/97, ossia disporre di un “sistema” di ispezioni organizzato e in grado di allertare un “sistema” di interventi o addirittura procedure correttive), dobbiamo tenere conto non solo delle entità infestanti presenti o potenziali, ma anche delle caratteristiche strutturali e gestionali del luogo. Infatti, ciascuna industria alimentare anche se appartiene alla stessa categoria (per esempio tutti i panifici, tutti i magazzini alimentari o tutte le industrie di conserva di pomodori, ecc.) rappresenta sempre un caso a sé.

Sia le caratteristiche strutturali che quelle gestionali influiscono sulla quantità di detriti presenti nell’ambiente; inoltre vi possono essere angoli, anfratti e fessurazioni in misura variabile, ristagni di umidità a causa di tubazioni rotte, microclimi favorevoli allo sviluppo di insetti, perdite di prodotto dagli impianti o dalla movimentazione, pulizia e ordine effettuati in maniera differente da un’industria a un’altra.

monitoraggio industria alimentare
Fase 0 – Monitoraggio

In relazione a tutte queste variabili cambia la quantità e la molteplicità delle specie di entomofauna presenti nell’ambiente che, oltre agli insetti propri delle derrate alimentari, si arricchisce di mangiatori di detriti, di residui di prodotto alterati, di muffe, di miceli, di spore. A catena giungono anche i divoratori di questi insetti sotto forma di predatori, parassitoidi o specie che semplicemente integrano la propria dieta con spoglie di insetti.

In linea generale gli insetti che vivono sui detriti vengono chiamati “detriticoli”; sono in genere insetti comuni in natura, che penetrano e si sviluppano laddove trovano condizioni favorevoli. Diverse specie di detriticoli possono però spostarsi sulle derrate alimentari infestandole. Solitamente sono infestanti “secondari“, ovvero compaiono in seguito a un attacco già in corso, ma ovviamente incrementano i danni.

Fase 1 – Disinfestazione nell’Industria Alimentare

Prima di parlare dell’applicazione di prodotti insetticidi, l’approccio al problema dovrebbe essere più coordinato e graduale. Si dovrebbe predisporre un piano di controllo e monitoraggio, per verificare la presenza di infestanti sia in termini quantitativi sia di conoscenza del tipo di parassita, prendere anche in considerazione gli aspetti gestionali dell’industria alimentare (o dell’esercizio di cui si tratta), dai tempi e turni di lavorazione alla struttura degli impianti, alle caratteristiche del microclima interno, all’attuazione dei servizi di pulizia, per citare alcuni dei punti che andrebbero indagati e controllati.

E per fare questo è sicuramente necessaria la collaborazione della direzione dell’azienda alimentare.

Per il disinfestatore operare in questo ambito rappresenta un impegno notevole. Iniziamo con il prendere in considerazione gli ambienti dove si trovano questi insetti: infatti, l’operatore si trova ad affrontare un “ambiente sensibile” (industria alimentare, panificio, pasticceria, deposito di granaglie) e la presenza di macchinari complica l’approccio al problema e l’operatività degli interventi.

disinfestazione nell'industria alimentare
Fase 1 – Disinfestazione

Il tempo è un fattore che gioca contro: perché bisognerebbe trattare le macchine, quindi intervenire con i prodotti adeguati, lasciare loro il tempo di agire e poi procedere alla pulizia. E al disinfestatore viene chiesto di farlo nei tempi morti, non si può fermare la produzione, quindi il lavoro viene eseguito in genere di sera, oppure al sabato, per non interferire nei cicli produttivi. Il procedimento idealmente corretto e adeguato – smontare una macchina – non viene attuato, non tanto per mancanza di volontà nel bene operare, ma perché, nella realtà, non si può.

Trappole Elettroluminose

Anche le lampade a cattura di insetti sono un’efficace arma contro gli infestanti, anche se: “C’è ancora molta confusione sul discorso delle lampade – afferma Alberto Baseggio – spesso queste sono presenti nei locali “sensibili”, ma risultano collocate a un’altezza di cinque, sei metri da terra, dove non danno fastidio: peccato però che le mosche volino a un metro, un metro e mezzo da terra e il limite di altezza di volo, per le tignole sia di tre metri e quaranta!“.
Inoltre, gli impianti vengono installati non da tecnici, ma nella maggioranza dei casi da elettricisti, che, come anche è naturale, non sono in grado di valutare la frequenza con cui i neon devono essere sostituiti, per essere efficaci. Anche in questo caso, il costo è un fattore determinante, e così vengono posizionate poche lampade, e non correttamente.

Fase 2 – Pulizia ed Igiene

Premesso che gli insetti detriticoli sono dannosi per le derrate alimentari quanto quelli specifici, anzi di più in quanto indici di una situazione igienica compromessa. La lotta si basa su interventi di emergenza seguiti obbligatoriamente da un esame critico delle procedure di sanificazione: pulizia, disinfezione, microclima, manutenzione e, se il caso, riesame dei processi di produzione con particolare riferimento agli sfridi.

Il capitolo pulizie merita una precisazione: sono gli angoli nascosti quelli che devono essere puliti, generalmente le aree ben in vista sono mantenute ragionevolmente pulite. Per gli interventi di disinfestazione è bene utilizzare prodotti abbattenti nella fase eradicante, evitando così il rischio di contaminazione da residui. Naturalmente si possono utilizzare anche prodotti residuali avendo cura di proteggere sia le derrate sia le superfici di lavoro, senza trascurare gli interventi di decontaminazione.

pulizia industria alimentare

Ciò fatto, si procede ad accurati interventi di sanificazione, quindi si effettuano i trattamenti mirati, In questo caso si usano prodotti residuali esenti da odori, profumi e anche privi di vapor effect; se quest’ultima caratteristica fosse ritenuta necessaria è indispensabile attivare una serie di interventi di sicurezza alimentare, ad esempio l’arieggiamento.

Resta inteso che gli insetticidi devono essere utilizzati secondo le disposizioni e le avvertenze riportate in etichetta e, non sarebbe male, disporre di disciplinari circostanziati per ogni filiera o linea di produzione. Sottolineiamo in conclusione che il monitoraggio serve a guidare gli interventi, se ciò non fosse diventerebbe una pratica costosa senza un obiettivo logico: sarebbe come una analisi clinica che evidenziando una patologia non fosse seguita da una adeguata terapia.

Prodotti Utilizzati per l’Igiene nelle Industrie Alimentari

Quello dei prodotti insetticidi adatti per il settore alimentare, considerando sia la protezione delle derrate nei luoghi di stoccaggio, sia il trattamento nell’industria alimentare piuttosto che nei luoghi di ristorazione, è un comparto molto seguito e a cui le aziende che si occupano di igiene ambientale dedicano tempo e risorse.

A partire da Bayer Environmental Science con i prodotti specifici per la protezione di cereali immagazzinati, perché “un raccolto immagazzinato deve essere un raccolto protetto”, e quindi è necessario, nei luoghi di stoccaggio o di transito, proporre un insetticida che garantisca il più basso livello di residui.

K-Obiol ULV 6 – illustra Maurizio Rigolli, di Bayer Cropscience – è una formulazione pronta all’uso che associa Deltametrina con piperonilbutossido e olio di colza quale solvente vegetale (che permette una migliore adesione del prodotto sul cereale e una riduzione delle polveri generate dalla manipolazione delle derrate)”.

Tra gli insetticidi, Copyr propone Kenyatox Industria Alimentare, formulato per le industrie alimentari, a base di piretro naturale e sinergici, appositamente studiato per questi ambienti, dall’azione rapida, che non induce fenomeni di resistenza o assuefazione, mentre India propone due nuovi formulati, Bifenax e Bifenase, basati sul principio attivo Bifenthrin, piretroide evoluto, fotostabile.

Nel formulato, sospensione concentrata priva di solventi, è presente anche la Tetrametrina, piretroide fotolabile. Bifenax è una formulazione flowable, Bifenase è una formulazione aerosol in una bombola a svuotamento totale.

Fase 3 – Prevenzione delle Infestazioni nell’Industria Alimentare

Durante la programmazione delle attività di pest control è possibile imbattersi in alcuni aspetti di carattere strutturale e gestionale che non facilitano la buona riuscita delle attività in questione.

Capita, infatti, che l’ambiente da disinfestare si presenti con delle serie criticità congenite dovuta ad una progettazione non attenta delle stesse strutture.

Tali strutture, quindi, possono presentare delle pecche tali da favorire la proliferazione degli infestanti.

Questa problematica è presenta in maniera massiccia nei contesti destinati all’industria alimentare, contesto nel quale, l’assenza di agenti infestanti è fondamentale per il mantenimento della salubrità degli alimenti e dei prodotti.

Il disinfestatore ha il compito di sensibilizzare le varie figure professioni presenti all’interno della azienda, intervenendo in situazioni di infestazione in contesti strutturalmente non ideali e dovendo informare i responsabili di queste mancanze per allertare e promuovere azioni preventivi alle infestazioni nell’industria alimentare.

La prima azione preventiva alle infestazioni delle industrie alimentari, infatti, deve considerar e contemplare gli aspetti gestionali e strutturali dell’industria stessa.

Di seguito si riportano alcuni aspetti strutturali e gestionali da considerare sia in fase di progettazione di un nuovo impianto che in fase di programmazione delle attività di disinfestazione:

  • Ubicazione degli edifici
  • Vegetazione
  • Acqua
  • Struttura dell’edificio
  • Illuminazione esterna
  • Gestione dei rifiuti e pulizia dell’edificio

Le aree di stoccaggio dei rifiuti dovrebbero essere posizionate a non meno di 10 metri dagli edifici di produzione. I contenitori dovrebbero essere con possibilità di chiusura. Le pulizie dovrebbero essere abbinate ed associate alla gestione dei rifiuti e affidate a personale esperto e qualificato per la pulizia delle are industriali.:

E’ consigliabile posizionare le luci esterne distanziandole di 5-6 metri dall’edificio per evitare l’attrattiva degli insetti.: La struttura dell’edificio deve essere concepita in maniera da rendere difficile l’accesso, la permanenza e i movimenti dell’infestante al suo interno. Le porte e le finestre dovrebbero essere fornite di bussole o tunnel e zanzariere e sarebbe opportuno installare delle lame d’aria. Le pareti non devono presentare scabrosità e punti di appiglio, i muri devono essere imbiancati e intonacati evitando la presenza di spigoli vivi e battiscopa che rendano complicate le operazioni di pulizia.

Canaline e tubazioni devono essere sigillate così come le fessure degli anfratti. Per la copertura dell’edificio è consigliabile l’utilizzo delle tegole, i canali discolo devono essere verificati e puliti periodicamente per evitare l’insorgenza di ristagni d’acqua. Infine, il perimetro esterno dell’edificio dovrebbe essere realizzato in calcestruzzo, senza l’impiego di ghiaia, sabbia o terreno per evitare la formazione di nidi e tane di vari infestanti.

Anche il colore dell’edificio potrebbe favorire l’attrattiva degli insetti e, per questo, è consigliabile evitare colori chiari come il bianco e il giallo e tutte quelle tonalità di colore che riflettono la luce U.V attraendo gli insetti. In un’industrial alimentare, inoltre, si presuppone vi siano macchinari e attrezzare che è necessario siano ispezionate e monitorate con periodicità.: La presenza di acqua sotto forma di laghetti e vasche è spesso causa di ristagni attribuibili allo scarso drenaggio del terreno e devono essere eliminate per impedire la proliferazione di zanzare e roditori.: la presenza di verde, ornamentale o incolto è sì fonte di benessere per i lavoratori ma è anche necessario sia oggetto di cure e accorgimenti atti alla prevenzione degli agenti infestanti.

Per questo, volendo adornare uno spazio verde circostante un’industria alimentare, sarebbe preferibile piantare alberi e piante sempre verdi che perdano il minor numero possibile di foglie, semi e frutti. Inoltre, l’accumulo di foglie nelle condutture, potrebbe generare ristagni d’acqua che favorirebbero la riproduzione di insetti e zanzare. Le chiome degli alberi sarebbe preferibile fossero distanti dagli edifici per evitare che roditori e insetti possano facilmente raggiungerli.

e piante non devono avere una densità elevata, sia per consentire l’ispezione delle aree verdi che per evitare di creare rifugi per gli infestanti. Il taglio dell’erba e il costante monitoraggio della vegetazione è indispensabile per la prevenzione tanto degli insetti striscianti e volanti che dei roditori.: ogni edificio è naturalmente calata in un contesto ambientale con le proprie peculiarità.

E’ necessario valutare cosa sia presente nei dintorni dell’edificio che ospiterà o che già accoglie attività produttive nel settore alimentare. Linee ferroviarie, aziende agricole e zootecniche, siti di stoccaggio o di trasformazione di rifiuti, zone incolte, presenza di vegetazione di vario genere, corsi e ristagni d’acqua rappresentano solo alcune delle possibili finti di infestazione di un sito. E’ anche importante conoscere la storia pregressa dell’edificio in quanto dalla destinazione d’uso, potrebbe ipotizzarsi uno storico di infestazioni.

Quali Insetti Invadono le Filiere Alimentari?

La maggior parte dei detriticoli più frequenti nel comparto alimentare e soprattutto nei magazzini, appartiene all’ordine dei Coleotteri e alle seguenti famiglie:

  • Criptofagidi
  • Cucuidi
  • Dermestidi
  • Latrididi
  • Micetofagidi
  • Nitidulidi
  • Ptinidi
  • Silvanidi
  • Tenebrionidi

I Criptofagidi

Insetti di piccole dimensioni, con elitre più o meno pelose e capo incassato nel protorace. I più comuni sono I’Henoticus cali fornicus, importato dal Nord America; si nutre di funghi (Aspergillus, Penicillium) che si sviluppano sui detriti o sulle derrate alimentari non ben conservate e le specie del genere Cryptophagus che si cibano di spore e ife fungine.

I Cucuidi

Noti come coleotteri piatti dei grani sono minuscoli coleotteri depressi con antenne lunghe e sprovviste di clava. Vi appartengono i generi Leptophloeus, Planolestes e il più frequente Cryptolestes, tipicamente detriticolo, che si riscontra spesso anche sulle derrate vegetali conservate.

I Latrididi

Insetti piccoli (1 a 3 mm), allungati, forniti di antenne clavate e di colore marrone o nero. Si enumerano almeno 35 specie rinvenute nei magazzini di tutto il mondo e molte di queste sono comuni anche nel nostro Paese. Si cibano di muffe e funghi e non attaccano direttamente le derrate conservate, la loro presenza è però da considerarsi un indice igienico negativo. Le specie più diffuse appartengono al genere Corticaria, Dienerella e Lathridius.

I Micetofagidi

Sono coleotteri piccoli, ovali e pubescenti, con antenne clavate, di colore marrone o nero, spesso con macchie gialle o rossastre sulle elitre. Il loro nome indica chiaramente ciò di cui si nutrono: miceti, ovvero funghi. Anch’essi non attaccano direttamente le derrate conservate. Le specie Italiane più comuni sono Thyphaea stercorea e Mycetophagus quadriguttatus.

I Nitidulidi

Si riconoscono molto facilmente perché sono piccoli (2 a 4,5mm), ovali, con elitre clavate come molti altri coleotteri, ma presentano le elitre raccorciate e dorsalmente si vedono 2 o 3 segmenti addominali. Adulti e larve si nutrono di alcune derrate conservate (frutti secchi, grano, spezie, semi) che però prediligono quando sono contaminate da funghi e muffe. Le specie più diffuse fanno parte del genere Carpophilus.

I Silvanidi

Tra questi emerge l’Ahasverus advena che può svilupparsi in maniera abnorme nei depositi dove vi sono carenze nella gestione delle pulizie e quindi i residui non vengono asportati o permangono sui pallet o sulle strutture per troppo tempo. La presenza di derrate ammuffite o di elevata umidità ambientale incrementano parimenti il numero

I Dermestidi

Non sono veri e propri detriticoli in quanto vivono anche in molti altri ambienti e substrati. Si cibano di sostanze animali e, alcuni, anche vegetali essiccate. La loro presenza tra i detriti delle derrate alimentari è però diffusa in quanto, in genere, vi trovano ciò che serve per vivere tra cui i resti di altri insetti. Gli Antrenus spp. e gli Attagenus spp. sono assai comuni; in natura incontriamo gli adulti sui fiori e le larve sui nidi di uccelli, nelle tane dei roditori e nelle carcasse di animali.

Gli Ptinidi

Detti Tarli ragno per il loro corpo tondeggiante e le lunghe zampe, presentano caratteristiche similari ai Dermestidi. Si sviluppano infatti su substrati vegetali e animali essiccati e vivono in una gran varietà di ambienti. Gli Ptinus, soprattutto P.fur, si sviluppano sui detriti e la loro presenza nei magazzini è molto comune. Gibbium psilloides, Mezium affine e Niptus hololeucus possono trasferirsi e moltiplicarsi sulle derrate immagazzinate.

I Tenebrionidi

Sono più noti come infestanti delle derrate, iTriboli ne sono i principali rappresentanti, ma ricordiamo che alcune specie possono riscontrarsi tra i detriti alimentari dei magazzini: l’Alphitiphagus bifasciatus si nutre di muffe e i Palorus spp. prediligono le granaglie ammuffite.

Gli Psocotteri

Un altro gruppo di insetti che si reperisce tra i detriti dei depositi alimentari è quello degli Psocotteri, volgarmente noti come pidocchi dei libri, dato che si sviluppano sui vecchi volumi ammuffiti. II loro sviluppo è associato ad una elevata umidità ambientale. Si nutrono di muffe, funghi, lieviti, alghe che si formano sulle derrate mal conservate e sui residui abbandonati sul pavimento, negli angoli, sulle scaffalature, dentro gli interstizi di macchinari. Sono di minuscole dimensioni (1 a 3 mm) e di colore smorto: bianco, giallo, grigio o marrone. Le specie più diffuse sono il Liposcelis divinatorium e altre dello stesso genere, il Trogium pulsatorium e alcune specie del genere Lepinotus.

I Topi nell’Industria Alimentare

Nel contesto generale, vastissimo e dalle molte implicazioni, quale quello della lotta e del contenimento delle infestazioni murine (di topi e ratti) in senso lato, mi limiterò a considerare soltanto gli aspetti che concernono le industrie alimentari, cioè la difesa delle derrate in tutte le loro fasi di lavorazione, dalla condizione di materia prima fino alla condizione di prodotto finito, confezionato e pronto per essere avviato al consumo umano.

E questo certamente un contesto decisamente speciale e delicato nel quale un certo modo di operare, che può avere un senso in occasione di disinfestazioni, in tante altre situazioni, nel caso esula da qualsiasi logica responsabile di applicabilità e dobbiamo giocoforza dare importanza estrema ad altri principi e ad altre logiche di intervento con una determinazione ed una convinzione che può stentare assai ad essere acquisita da chi di dovere.

E prima di essere più esplicito su quella che in tempi abbastanza rapidi, a mio avviso, dovrà essere l’unica possibilità e l’unica logica ragionevole per una difesa efficace delle industrie alimentari, debbo richiamarmi ancora ad una considerazione di fondo, di valenza più generale e da me già espressa in altre occasioni.

Cacciare i Topi da Ambienti Controllati

Ancora oggi, quando tutto da tempo ormai si evolve sulla base di continue innovazioni tecniche, talvolta anche assai sofisticate, è preoccupante constatare quanto sia ancestrale, saldamente persistente, sostanzialmente immutato e di gran lunga prevalente il criterio seguito per risolvere il problema dei roditori infestanti gli ambiti in cui l’uomo vive e svolge le sue attività: cioè quello di fare assumere a questi animali, in quantità adeguata e veicolandolo e camuffandolo in una sostanza ritenuta appetita, un principio tossico che, alternandone gravemente alcuni meccanismi fisiologici, ne induca la morte in tempi più o meno brevi.

Tutto ciò che in epoche a noi sempre più prossime può avere rappresentato qualche forma di progresso non ha riguardato la sostanza del criterio medesimo, ma soltanto la disponibilità di principi attivi più efficaci, caratterizzati da nuovi meccanismi di azione e sotto certi aspetti più sicuri, ed un modo in qualche misura più responsabile di impiegarli.

C’è poi da rilevare che tale atteggiamento riguarda tutto il mondo civile e su di esso continua ad essere assestato il settore dei formulatori di principi attivi e di esche, di coloro che concepiscono, realizzano e distribuiscono congegni che dovrebbero renderne più ecologica ed efficace l’applicazione, delle imprese di disinfestazione, di tutti coloro che svolgono il ruolo di esperti, di consulenti, di ispettori, con apparente soddisfazione (soprattutto economica) di tutti, salvo di coloro che soffrono del problema roditori e non se lo vedono mai risolvere in misura soddisfacente.

Attenzione a Prodotti o Esche Tossiche Utilizzati per la Disinfestazione nell’Industria Alimentare

Fatta questa considerazione di carattere generale vorrei affermare con la massima convinzione che se questo modo di procedere (esche tossiche gestite con varie strutture protettive e scarsa ed inesistente prevenzione) può trovare ancora ragionevole e duraturo impiego in tanti altri ambiti antropici, esso trova ormai difficoltà crescenti ad essere accettato ed applicato utilmente nel settore delle industrie alimentari.

Nel contesto specifico infatti, al di là delle esigenze sempre più perentorie e specifiche da parte dell’opinione pubblica in materia di igienicità degli alimenti (che già di per se comportano provvedimenti legislativi sempre più restrittivi e vincolanti), tutta una serie di incongruenze e di limiti che caratterizzano le esche tossiche ed il loro uso (ancorché limitato alle aree più esterne) lascia ragionevolmente intravedere il loro abbandono in tempi abbastanza rapidi e l’affidamento della difesa esclusivamente ad opere di prevenzione. Opere rigorosamente eseguite nella fase stessa di progettazione degli edifici, prima che le infestazioni insorgano, e quindi, esclusivamente dipendenti dalla convinzione, dalla lungimiranza e da una politica di adeguati investimenti degli imprenditori-produttori di alimenti. La coscienza che nel settore specifico le cose si stiano evolvendo in questo senso è ormai molto più diffusa di quanto in realtà, per evidenti ragioni commerciali, non venga apertamente manifestato.

Scegli Solo Specialisti per la Sicurezza Alimentare a Livello Industriale

Se ovviamente sarebbe auspicabile una tolleranza zero, nella realtà delle aziende alimentari esistono “limiti” interni, ogni impresa alimentare ha propri parametri, all’interno dei manuali HACCP o di autocontrollo e decide come controllare la presenza dei parassiti e quale livello “tollerare”.

L’entrata in vigore della normativa che ha ratificato l’HACCP la 155/97, ha portato un po’ di fermento nel settore, ha smosso le acque ed effettivamente per qualche tempo qualche cambiamento si è verificato, salvo poi ricadere nella consuetudine, anche per la mancanza di controlli da parte dell’autorità centrale.

Di prassi i controlli sono stati – e sono – molto rari (tanto da sembrare a qualcuno “punitivi” più che di ausilio, come dovevano essere concettualmente). E se nelle aziende di grandi dimensioni il cambiamento, veramente, si è verificato, per le piccole l’idea generale è che, tutto sommato, si è modificato ben poco, si è trattato più di modifiche di immagine che di sostanza.

 

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