Insetti Svernanti negli Edifici

L’ambiente esterno circostante può essere fonte di introduzioni numericamente allarmanti di insetti negli edifici. Solitamente queste invasioni sono legate alle consuete modifiche climatiche stagionali che inducono le specie che svernano come adulti a cercare un ricovero adeguato per proteggersi dalle condizioni avverse.

In altre parole gli insetti adulti per poter superare 

mosche

l’inverno si devono cercare un posticino caldo, sicuro e accogliente, facilmente accessibile (ovviamente da loro e quasi mai dal disinfestatore); di solito lo cercano vicino alle loro fonti di sostentamento che in molti casi sono costituite dalle aree verdi. Per questo motivo è importante, ai fini di una rapida identificazione, informarsi sulle principali essenze presenti nelle zone circostanti il caso di infestazione.

Le infestazioni legate allo svernamento possono manifestarsi in autunno nella fase di ricerca del ricovero, o in pieno inverno in relazione a stimoli dell’ambiente utilizzato come ricovero, oppure in primavera al risveglio dell’attività che porterà di nuovo alla vita all’aria aperta.

insetti in casa

Se il periodo in cui avvengono queste invasioni occasionali è estivo in genere tale comportamento può essere legato a stimoli di natura diversa come l’attrazione a fonti luminose, come avviene in maniera netta per i chironomidi e in modo meno evidente ad esempio per alcuni carabidi, o la ricerca di condizioni ambientali più favorevoli come per gli artropodi che necessitano di elevata

umidità (per esempio i porcellini di terra) oppure a causa della normale espansione territoriale della specie, che in alcuni casi porta gli individui in alcune fasi della loro vita ad esplorare la zona circostante alla ricerca di spazio, cibo, partner ecc.

Alcuni esempi in questo senso sono offerti dalla “gatta pelosa“, il bruco della Thaumetopoea pytiocampa, dall’afide delle conifere del genere Cynara, o dalla cimice dell’olmo (Arocatus melanocephalus) che già parecchio tempo prima di cercare un luogo per svernare girovaga nelle abitazioni introducendosi finanche nei letti. Naturalmente non prendiamo in considerazione in questo contesto tutti i casi in cui l’infestazione ha un’origine interna all’edificio e/o più generazioni di insetti si susseguono indipendentemente dall’ambiente esterno dentro gli edifici stessi.

QUALI SPECIE DI INSETTI SVERNANO NEGLI EDIFICI

Tra gli insetti svernanti negli edifici i più comuni sono le mosche e i mosconi che restano più o meno attivi anche in inverno, li possiamo vedere anche all’aperto nelle giornate soleggiate. Lo svernamento come adulto è comune nelle varie specie di mosche, ma in relazione al tipo di ambiente esterno possono riscontrarsi nelle infestazioni picchi di presenze di alcune specie talora non particolarmente conosciute.

Tra queste ricordiamo la Polleria rudis, (di cui riportiamo la scheda bioetologica) parassita dei lombrichi che si manifesta talvolta con pullulazioni periodiche. In genere le mosche e i mosconi penetrano più facilmente nelle case o nei locali disabitati. Si introducono strisciando attraverso le varie aperture (prese, d’aria di impianti di aerazione e caldaie, cappe di camini, fessure di infissi, cassettoni, sottoporta ecc.) 

gli insetti

attratte da condizioni di temperatura ottimali all’ibernazione, poi, all’accensione del riscaldamento che le rende attive rimangono intrappolate all’interno dei locali e spesso vengono rinvenute morte sul pavimento o sui i davanzali delle finestre qualora queste lascino filtrare la luce del sole.

Tra i ditteri, oltre alle mosche, non possiamo dimenticare il cloropide Thaumotomyia notata, un moscerino giallo e nero che in alcune annate e in determinati ambienti forma sciami imponenti. Le sue larve sono predatrici di afidi che vivono a spese delle radici di erbe pratensi.

Anche le vespe svernano come adulti ed alcune femmine fecondate possono in autunno cercare rifugio all’interno delle abitazioni ma non sono noti casi di presenze numericamente allarmanti.

Tra i rincoti omotteri vi sono diverse cimici della vegetazione che cercano rifugio nelle case: le più comuni sono le cimici verdi Palomena prasino e Nezora viridula: in autunno assumono una colorazione bruna e iniziano a infilarsi tra le pieghe della biancheria stesa, negli anfratti degli infissi e talvolta capita di vederle girare con quel loro volo pesante e rumoroso attorno alle luci domestiche. Se inavvertitamente vengono schiacciate o solo molestate emettono un liquido nauseabondo, capace persino di sciogliere il polistirolo. Ultimamente si è fatto notare il neo-arrivato cimicione americano delle conifere (Leptoglossus occidentalis) di cui abbiamo già trattato qualche mese fa. Lo si riconosce facilmente per la presenza di una caratteristica espansione sui femori posteriori.

insetti che pungono

Anche la cimice dell’olmo (Arocatus melanocephalus), in questi ultimi anni ha fatto parlare di se per le frequenti pullulazioni che si sono verificate in particolar modo in alcune zone dell’Emilia Romagna. Tra gli altri emitteri vi sono anche le tingidi. La Corythucha ciliata, o tingide del platano, è spesso presente in maniera massiccia nei viali alberati con questa essenza e,

Tra i coleotteri invece ritroviamo la simpatica coccinella, che può trovar rifugio talvolta in piccoli gruppi nelle cavità degli infissi e nelle zone del sottotetto. In genere però non costituisce un fenomeno allarmante, sia per il numero generalmente esiguo e soprattutto per il fatto di essere un insetto conosciuto da tutti e ritenuto innocuo.

La galerucella dell’olmo (Xanthogaleruca luteola) qualora sia particolarmente infestante sulle piante può spostarsi in autunno negli anfratti degli stabili penetrando poi anche nelle abitazioni.

In genere la miglior difesa consiste nell’impiego di sistemi anti intrusione, quali reti a maglie fini alle finestre e sigillature laddove vi siano crepe e fessure. Qualora non sia possibile evitare completamente l’accesso agli insetti occorrerà intervenire secondo necessità eseguendo un trattamento abbattente per le presenze attive e usando, qualora se ne ravveda la necessità in relazione alla specie, prodotti a rilascio graduale da utilizzare nei punti di annidamento. In alcuni casi, come per le mosche, potrebbe essere indicata l’installazione di lampade luminose nei locali più soggetti a tali infestazioni.

Gli insetti delle biblioteche e degli archivi

Sono all’incirca una settantina le specie di insetti responsabili di danni ai volumi di archivi e biblioteche. Infatti, se gli insetti si avvicinano ai libri non è per un loro interesse alla cultura, bensì perché costituiscono un substrato alimentare adeguato alle loro esigenze. Infatti alcune specie apprezzano la carta, che altro non è che cellulosa, altri preferiscono le colle, che possono essere amilacee o di origine animale, altri ancora sono attratti dal rivestimento in pelle o cuoio delle copertine mentre altri scelgono quelle in tela e le cuciture e costolature in fibra tessile.

Non è finita: alcuni, come gli xilofagi, prediligono le strutture che contengono i libri quali scaffali, armadi e teche, ma nel contempo possono procurare danni anche ai volumi adiacenti perché anch’essi fanno parte della loro dieta o semplicemente per transitare o per cercare un buon posto per impuparsi. Anche i fattori ambientali come la temperatura e l’umidità elevate possono favorire gli attacchi da parte degli insetti, sia direttamente se sono ottimali per il loro sviluppo, sia indirettamente in quanto facilitano il proliferare di muffe e ife fungine di cui si nutrono determinati insetti.

Ma vediamo quali sono nello specifico e il tipo di danno che possono arrecare: conoscendoli meglio sarà possibile attuare in modo più mirato le azioni di prevenzione monitoraggio e difesa. Andiamo per “ordine”.

TISANURI

I tisanuri sono i pesciolini d’argento. Per la loro forma piatta si insinuano facilmente tra i libri e si nascondono nell’oscurità dove agiscono indisturbati sia nelle ore notturne che diurne. Termobia domestica predilige ambienti caldi e asciutti mentre Lepisma saccarina si sviluppa in presenza di climi più freschi e con maggior

tisanuri

umidità.

Praticano erosioni superficiali irregolari senza lasciare residui. Se si osservano i danni in controluce si notano zone trasparenti e talvolta brevi perforazioni imbutiformi.

Questi insetti aggrediscono maggiormente le zone di carta, pergamena e cuoio in cui vi è presenza di colle naturali, assai gradite.

ORTOTTERI

Il grillo domestico Acheta domestica può arrecare danno in ambienti caldi e asciutti. Produce erosioni con le mandibole su carta, cuoio, tela e pergamena.

BLATTODEI

blatte

Le blatte sono onnivore ed estremamente diffuse, per questo non bisogna sottovalutare la potenzialità dannosa anche in ambienti quali archivi e biblioteche.

Blattella germanica, Blatta orientalis, Supella longipalpa e Periplaneta americana raschiano soprattutto le parti esterne dei libri, le lettere dorate delle copertine in pelle, le etichette, le

costolature, le parti in cartone. Inoltre imbrattano tali superfici con le loro deiezioni e rigurgiti.

I danni maggiori si registrano nei paesi tropicali dove alcune specie di blatte divorano inizialmente il legno umido delle strutture passando in seguito ai documenti in esse custoditi.

ISOTTERI

Le termiti si nutrono di cellulosa e quindi sono dannose sia al legno che alla carta.

Le termiti sotterranee nidificano nel sottosuolo e penetrano negli edifici dall’esterno. Producono danni anche in presenza di ambienti e materiali asciutti.

Le termiti del legno umido necessitano per insediarsi di zone umide, ma possono attaccare la

isotteri

carta asciutta in quanto più tenera del legno.

Le termiti del legno secco tra cui la temibile Cryptotermes brevis (segnalata anche in Italia) colpiscono materiale asciutto, tra cui, oltre il legno e la carta anche il cuoio e la pergamena.

Le termiti, diffuse soprattutto nelle aree tropicali e sub tropicali, sono considerate delle piaghe nelle biblioteche africane e del Centro America. In Italia sono presenti e diffuse su tutto il territorio Reticulitermes lucifugus e Kalotermes flavicollis.

PSOCOTTERI O CORRODENTI

Immagine di alcuni psocotteri neri
Psocotteri neri

Sono meglio noti come pidocchi dei libri. Le specie più comuni negli nelle biblioteche sono Líposcelis divinatoríum e Trogium pulsatorium. Si sviluppano in gran numero particolarmente in presenza di elevata umidità ambientale e dei substrati dove si nutrono di microrganismi fungini in essi presenti.

Il danno consiste in una progressiva corrosione superficiale delle pagine (da cui il nome Corrodenti) che produce, se l’inchiostro è commestibile, la lenta scomparsa del testo scritto; in caso contrario l’erosione segue il contorno delle lettere rendendo più difficile l’individuazione del danno.

LEPIDOTTERI

La famiglia dei tineidi comprende alcune specie dannose nelle biblioteche. Le larve delle tarme si nutrono di fibre tessili animali e pellami e si sviluppano per lo più sui detriti rilasciati dai volumi. Provocano erosioni con le loro mandibole e l’imbrattamento con la seta prodotta per proteggersi lungo il transito e impuparsi.

Anche alcune tignole polifaghe delle derrate (piodia ed efestia), in presenza di materiali amilacei possono rinvenirsi occasionalmente nelle biblioteche.

COLEOTTERI

coleotteri

Diverse specie di dermestidi (Dermestes spp.Attagenus spp. e Anthrenus spp.) si nutrono di sostanze animali (cuoi, pelli, colle, seta, lana, pergamene) e vegetali (colle amilacee).

Le larve sono assai distruttive in quanto si muovono velocemente sui substrati creando danni generalizzati con erosioni e fori.

Gli anobidi sono molto importanti nelle biblioteche. Alcune specie come Stegobium paniceum e Lasioderma serricorne sono anche comuni infestanti polifagi delle derrate alimentari.

Altre sono xilofaghe (p. es. Anobium spp., Nicobium spp. Dendrobium spp.) ma attaccano anche la cellulosa dei volumi.

Gli anobidi producono gallerie e nicchie di impupamento all’interno dei substrati attaccati. Per questo motivo a volte ci si accorge dei danni tardivamente, solo quando si notano i piccoli fori rotondi di sfarfallamento degli adulti all’esterno.

L’attività dei tarli si evidenzia anche tramite la fuoriuscita di fine rosura dai fori e dal materiale infestato. Altri tarli del legno come i lictidi producono gallerie a sezione ovalare e fine rosura. Attaccano specialmente i volumi contenenti sostanze amilacee.

I cerambicidi (capricorni) possono danneggiare le strutture in legno delle biblioteche e arrecare danni ai documenti attigui. I ptinidi (tra cui Ptinus fur) sono insetti polifagi che si nutrono di legno, pelle, cuoio, lana e varie derrate alimentari. Producono gallerie e nicchie nei volumi e nelle pergamene attaccate.

IMENOTTERI

Formiche, vespe, api solitarie e altri imenotteri possono produrre danni occasionali negli archivi e nelle biblioteche. Tra le formiche i Camponotus sono in grado di divorare la cellulosa quali legno e carta.

I Siricidi e la Xylocopa violaceo possono danneggiare le strutture in legno e i volumi contenuti. Gli sfecidi del genere Sceliphron costruiscono i loro nidi pedotrofici di fango nei 

imenotteri

cantucci più disparati, per esempio tra i libri, deteriorandone le parti contigue con macchie e umidità.

SCHEMA DI MONITORAGGIO, PREVENZIONE E DIFESA

MONITORAGGIO

PREVENZIONE

DIFESA

In caso siano necessari interventi di emergenza ci si deve rivolgere a ditte specializzate in quanto si tratta di interventi delicati che necessitano di specifica perizia. I prodotti e le tecniche impiegate non devono provocare ulteriori danni quali alterazioni di colore o patine oleose. Si possono utilizzare diverse tecniche quali impiego di insetticidi, di gas tossici o inerti in camere a tenuta stagna, di atmosfere controllate, irraggiamento con microonde o onde ad alta frequenza.

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