Fa la parte, del leone quest’anno, anzi della tigre, l’Aedes Albopictus, il piccolo insetto vorace che, puntuale come ogni anno nel periodo estivo, tormenta le notti le caviglie scoperte dei romani: la zanzara tigre, infatti, ha dato il via alle sue terribili scorribande, in attesa di un Sindaco che firmi la sua condanna tramite il Trattamento anti zanzare tigre annuale.
Trattamento anti zanzare tigre annuale del Comune
Il periodo è propizio, la pioggia infatti, alternata a momenti di sole, sta dando i suoi frutti: l’Aedes Albopictus inizia a farsi vedere ma la disinfestazione capitolina non parte e sembra quasi inevitabile ormai che slitti di qualche settimana, almeno finché non ci sarà un Sindaco ed un Assessore all’ambiente pronti a dare il via libera agli interventi di Ama disinfestazioni, ex Sanama.
Lo scorso anno, infatti, gli interventi iniziarono il 16 aprile, in anticipo sui tempi a causa del forte caldo rispetto al 2006, quando iniziarono il 2 maggio per durare poi fino al mese di novembre inoltrato. Quest’anno invece di interventi ancora non se ne parla, lasciando così qualche speranza in più alle già robustissime zanzare tigri. Un primo intervento, larvicida, coprirà oltre 700 mila tombini per poi lasciare il posto alla campagna adulticida. «Per ora interveniamo solo su chiamate dei privati – spiega Ama disinfestazione – aspettiamo direttive dal Campidoglio per quel che riguarda il suolo pubblico». E’ possibile infatti contattare Ama a proprie spese per una disinfestazione nei giardini o cortili privati chiamando il call center 06/55341225. Massima allerta, infine, sulle sostanze chimiche che verranno irrorate in aria e nelle acque dei tombini:
«Negli ultimi anni a Roma sono stati usati prodotti non sempre compatibili con il rispetto della nostra salute e dell’ambiente – denuncia il professor Luigi Campanella responsabile di Equivita e membro della commissione di esperti consultata dal Comune – servono prodotti non tossici e degradabili».
Trattamento Anti Zanzare Tigri - Cosa può Fare il Cittadino?
In attesa della disinfestazione, da cui peraltro la zanzara tigre si rialza sempre più forte, ecco qualche semplice consiglio dal Cnr:
- svuotare sistematicamente i sottovasi e tenersi alla larga dagli insetticidi, molto più efficaci infatti i larvicidi, che stroncano sul nascere la carriera del fastidioso insetto, ed i fili di rame.
- Un grande alleato potrebbe essere anche il pesciolino rosso: nelle vasche di grossa portata, presenti nei giardini, fa scorpacciate di zanzare.
La pericolosità della Zanzara Tigre
Punture di zanzara tigre e conseguenze sulla salute
L’Italia ricorderà’ l’estate appena trascorsa con un pizzico di apprensione. Nel mese di agosto, l’Emilia Romagna ha infatti lanciato l’allarme per il diffondersi di un insolito virus, la “Chikungunya“, provocato dalla puntura della zanzara tigre. A distanza di qualche tempo, pero’, ci si rende conto come la situazione, al di la’ del comprensibile allarmismo iniziale, sia stata tenuta ampiamente sotto controllo dai servizi sanitari locali. I casi registrati di contagio sono stati circa 150 confermati a settembre. E oggi questo insetto e’ guardato con meno timore.
Virus della Chikungunya
E’ la prima volta che il virus della Chikungunya (che in lingua swahili, significa “andare curvo”, in riferimento agli intensi dolori che può’ provocare, insieme a febbre ed eruzioni cutanee) si diffonde in questo modo nel nostro Paese: fino ad oggi si erano infatti registrati solo casi isolati.
Dal suo ingresso in Italia nel 1990, la zanzara tigre (Aedes albopictus) si è rapidamente adattata alle nostre latitudini.
In particolare, nell’area centro-settentrionale ha trovato condizioni climatiche favorevoli al suo insediamento, a causa di maggiore umidità’ ambientale.
I focolai di sviluppo larvale di questo insetto non sono presenti in natura, ma sono da ricercarsi in una moltitudine di contenitori di uso quotidiano e nell’habitat cittadino: dal sottovaso al tappo di bottiglia, dai copertoni ai bidoncini domestici per la raccolta di acqua piovana, con un’elevata concentrazione nei tombini stradali.
La difesa dalla zanzara tigre è basata sulla disinfestazione e su misure di protezione individuale, quali l’uso di repellenti cutanei e zanzariere.
Piano Operativo - Come Funziona l'Intervento Comunale
Gli interventi descritti di seguito sono stati prescritti dall’Istituto Superiore di Sanità’ allo scopo di isolare e circoscrivere l’area dove si e’ verificato uno o piu’ casi di febbre da Chikungunya virus, riducendo la densità’ dell’insetto vettore. Il protocollo descrive l’intervento di controllo che si basa sostanzialmente su due attività‘: la disinfestazione dell’area incriminata con insetticidi adulticidi e larvicidi contro Aedes albopictus, sia sul suolo pubblico che nei fondi privati; la ricerca e l’eliminazione dei focolai larvali peridomestici con ispezioni “porta a porta” delle abitazioni comprese nella zona segnalata.
Protocollo del Processo Antizanzare
Il protocollo che segue descrive le operazioni di emergenza relative alla comparsa di un nuovo focolaio di infezione. Caratteristica epidemiologica della febbre da Chikungunya virus e’ la rapidità’ con cui si diffonde, con conseguente andamento epidemico. Pertanto, per isolare e circoscrivere un nuovo focolaio la risposta deve essere molto rapida.
Lo schema tipico dell’intervento di lotta antivettoriale prevede tre fasi: pianificazione, esecuzione, verifica.
- Come scatta l'intervento: a seguito di identificazione di un caso di infezione da Chikungunya virus, sia certo che sospetto, da parte dell'autorità' sanitaria competente.
- Obiettivo: riduzione drastica della densità' del vettore.
- Definizione dell'area interessata: in caso di singolo fabbricato, la zona da trattare sara' inizialmente compresa entro un raggio di 200 metri dalla casa indice, che potrà' essere ampliata di altri 100 - 200 metri qualora si verifichino altri fenomeni all'interno della prima fascia. Per quanto riguarda appartamenti, condomini o comunque agglomerati di più' fabbricati, l'area da trattare sara' stabilita volta per volta.
- Mappatura: mappatura dell'area d'intervento su cartografia classica dettagliata o su cartografia elettronica Raster gestita con un Sistema Geografico Informativo (GIS), con divisione in settori operativi in caso di area molto vasta.
- Sopralluogo: un rapido sopralluogo precederà' l'intervento al fine di valutare gli eventuali ostacoli o problemi che potrebbero rallentare le procedure e richiedendo, qualora necessario, l'ausilio o la scorta di una pattuglia della Polizia Municipale.
Trattamento antizanzare adulticida
- Scelta dei prodotti: classe chimica di appartenenza: derivati di sintesi del piretro (Piretroidi). Si raccomanda l'impiego di una miscela di due principi attivi, uno fotolabile, dotato di rapido poter abbattente (i cosiddetti piretroidi di prima generazione), il secondo fotostabile, dotato di attività' residuale (detti di seconda o terza generazione). La miscela deve essere sinergizzata con piperonile butossido.
- Formulati: i prodotti devono essere formulati come concentrati emulsionabili o equivalenti, di tipo "Flowable"; senza solventi organici. Sebbene i prodotti commerciali siano tutti registrati presso il Ministero della Salute, si scelgano quelli che, a parità' di efficacia, sono classificati col miglior profilo tossicologico.
- Attrezzatura: atomizzatori/ nebulizzatori automontati (per trattamenti sul suolo pubblico) o spalleggiati (fondi privati). Il prodotto sara' diffuso a volume medio-basso (diametro delle particelle intorno ai 50 micron).
- Modalità' dei trattamenti: i trattamenti adulticidi sul suolo pubblico vanno effettuati durante le prime ore del mattino (dalle 4 alle 6). Verrà trattato il verde presente lungo le strade, nei due sensi di marcia, e all'interno dei giardini privati (siepi, alberi bassi, cespugli, erba alta) ad altezza d'uomo. La canna dell'apparecchio, avanzando, sara' brandeggiata con lento movimento dall'alto in basso e viceversa, interessando una fascia di verde compresa tra suolo e circa 3 metri d'altezza.
- Numero e periodicità' dei trattamenti: lo schema generale prevede almeno 3 giorni consecutivi di trattamenti mattutini, mentre solo per il primo giorno si effettuerà' anche un secondo trattamento serale. Ulteriori cicli potranno essere effettuati in base all'andamento del dato epidemiologico e alle indicazioni del sistema di monitoraggio.
INTERVENTI LARVICIDI
- Principi attivi: sul suolo pubblico regolatori della crescita o inibitori della chitina, oppure biologici a base di Bacillus thuringiensis israelensis per i fondi privati.
- Formulati: suolo pubblico preferibilmente concentrati emulsionabili, pastiglie per i siti difficili da raggiungere con la pompa. Preferibilmente pastiglie o tavolette per i privati.
- Attrezzatura per il trattamento: lancia con serbatoio automontato o pompa a pressione costante spalleggiabile.
- Modalità' dei trattamenti: i focolai sul suolo pubblico sono costituiti principalmente da tombini e caditoie per lo smaltimento delle acque di superficie. La soluzione d'impiego va preparata in maniera tale da far si' che la dovuta quantità' di p.a. da inserire nel tombino sia veicolata da almeno 100/150 ml di soluzione stessa. Nei fondi privati vanno trattati solo ed esclusivamente quei potenziali focolai che non possono essere rimossi.
- Periodicità': la periodicità' dei trattamenti sul suolo pubblico va definita in base al prodotto usato. In media, in assenza di pioggia, l'operazione può' essere effettuata ogni 10-15 giorni. Preparare la soluzione d'impiego in modo tale che la prevista quantita' di p.a. sia veicolata da almeno 100 - 200 cc di soluzione per tombino. In caso di pioggia, ripetere il trattamento dopo 24 ore. Nei fondi privati, lasciare una confezione di prodotto Bti al responsabile del condominio, palazzo o villa, sufficiente per un trattamento a settimana per l'intero periodo a rischio (minimo 4 mesi).
INTERVENTO PORTA A PORTA
Dopo i trattamenti sul suolo pubblico si procederà’ a quelli in tutti i fabbricati dell’area interessata. Le modalità’ e i tempi sono quelli precedentemente descritti. Tuttavia lo scopo principale di questa attività’ e’ quello di eliminare tutti i microfocolai peridomestici, sia quelli con presenza di larve che quelli solo potenziali, informando nel tempo stesso gli abitanti sui corretti comportamenti da adottare per evitare di allevare in casa la zanzara tigre.
- Rapporto di attività': al termine del ciclo di trattamenti, i particolari dell'intervento complessivo saranno riportati dettagliatamente all'Ente committente su apposita modulistica.
- Valutazione dei risultati: facendo seguito al primo intervento di controllo in una certa area, questa dovrebbe essere monitorata per valutare l'efficacia dell'azione. E' importante ricordare che l'analisi va fatta da un soggetto diverso da quello che coordina i trattamenti.
SISTEMA DI MONITORAGGIO
Il sistema di monitoraggio può’ essere predisposto con mezzi e tecniche diverse ma, attualmente, il sistema più’ pratico, economico e informativo rimane l’impiego delle ovitrappole.
Parametri per la valutazione dei trattamenti: numero percentuale di trappole positive per uova sul totale di quelle operanti e numero medio di uova per trappola positiva.
Nella fase di pianificazione del sistema vanno considerate una serie di azioni sequenziali:
- valutazione del numero rappresentativo di trappole per l'area interessata;
- scelta dei siti per il posizionamento delle ovitrappole e collocamento delle stesse;
- cadenza delle operazioni di controllo e manutenzione (settimanale);
- raccolta, elaborazione, valutazione e archiviazione di dati.
FOLLOW UP DELL'AREA D'ORIGINE DEL FOCOLAIO EPIDEMICO
L’area dove e’ localizzato il primo focolaio epidemico verrà’ trattata con cadenza settimanale per tutta la stagione residua a rischio (presumibilmente fino a meta’ novembre) secondo quanto stabilito dal protocollo per gli interventi sul suolo pubblico, mentre le ispezioni dei fondi privati saranno condotte ogni due settimane, salvo diverse informazioni deducibili dalla rete di monitoraggio.