Eliminazione Roditori: Una Priorità Sociale
Questi mammiferi caratterizzati dagli incisivi forti e pronunciati abita la terra da migliaia di anni prima dell’uomo e grazie alla grande capacità di adattamento e alla prolificità, costituiscono una
Anche le specie silvestri, che non hanno un contatto diretto con l’uomo possono trasmettere ad altri animali che poi vengono a contatto con l’uomo, o agli stessi mus musculus agenti patogeni. La prossimità tra uomo e roditori non può essere stretta, le complicazioni sanitarie che rappresentano sono un rischio elevato e costante di zoonosi, cioè di malattie trasmesse dagli animali all’uomo in condizioni naturali, aggravate semmai dalle problematiche di nettezza urbana trascurate. L’eradicazione dei ratti è condotta nei confronti soprattutto delle specie della famiglia Muridae (ratti e topi) che vivono nelle zone abitate, su navi e aerei, nelle campagne coltivate. Sono portatori di malattie trasmissibili come la peste e la leishmaniosi e in passato sono stati causa di gravi epidemie capaci di decimare le popolazioni.
Legislazione della Derattizzazione Prevede Interventi Ecologici
Ci sono due tipi di derattizzazione. La profilattica è finalizzata a privare i roditori di cibo e acqua e inibire loro la costruzione di nidi e tane. I prodotti alimentari e i rifiuti sono allontanati o tenuti rigorosamente al sicuro. Vengono sigillati tutti luoghi, come i contatori della luce e del gas dell’acqua e del riscaldamento dove i ratti sono soliti fare il nido. La derattizazione sterminatrice invece utilizza sostanze chimiche, biologiche e metodi meccanici (trappole e frantoi) per l’eliminazione della colonia. Questo tipo di derattizzazione è obbligatoria per le imprese, gli enti pubblici e le istituzioni e le navi e viene effettuata a intervalli più o meno regolari.
Il metodo biologico si basa sull’impiego di animali, gatti, cani e altri, e colture batteriche. Il metodo chimico utilizza sostanze deleterie. I roditori nei campi coltivati sono sterminati soprattutto in primavera, quando la vegetazione fresca non gradita agli animali fa in modo che questi mangino le esche contenenti il veleno o la coltura batterica. La derattizazione delle imbarcazioni marine può avvenire con sostanze quali il bromuro di metile, il biossido di zolfo e l’acidocianidrico.
La Derattizzazione Normativa di Riferimento Prevede:
Le attività di eliminazione dei roditori sono regolamentate dalla legislazione della derattizzazione (n°82 del 25.1.1994). Con l’ordinanza 18.12.2008 del ministero del lavoro della salute e delle politiche sociali viene sancito il divieto di utilizzare esche e bocconi avvelenati, che possano rivelarsi nocivi per l’uomo, gli animali e l’ambiente. Nelle operazioni di derattizzazione è precluso il fai da te e occorre rivolgersi a personale preparato e specializzato.
La successiva Ordinanza del 19 marzo 2009 introduce il concetto di “rodenticidi”, distinguendole dai topicidi e ratticidi, sostanze chimiche che si possono utilizzare nelle derattizzazioni aggiungendo l’obbligo di trattare le stesse con sostanze amaricanti, tali cioè da indurre l’immediato rigetto se ingerite accidentalmente, o in caso di ingestione da parte di bambini e animali domestici.
I rodenticidi agiscono secondo due meccanismi diversi e si distinguono in acuti e anticoaguilanti. I primi sono ad azione rapida, come il fosforo di zinco o di alluminio o anche la stricnina. Eliminano i roditori in via immediata subito dopo l’ingestione. La morte immediata di un membro della colonia non sempre è un vantaggio, poiché i topi sono animali gregari molto organizzati e studi approfonditi sulle loro abitudini hanno messo in evidenza l’esistenza del “topo esploratore” cioè di un membro anziano che va in avanscoperta e al suo ritorno darà indicazioni al resto della colonia sull’eventuale esistenza di pericoli. Quando il soggetto manifesta i sintomi del malessere gli altri sanno che ciò che l’esploratore ha mangiato è pericoloso e lo evitano. I ratti si trasmettono informazioni anche attraverso l’alito e quindi riuscirebbero ad avere esatti segnali sulla fonte del pericolo.
I secondi sono anticoagulanti, hanno un azione cronica con un lento rilascio delle sostanze che produce la morte per emorragia interna solo dopo alcuni giorni. La morte avviene in luoghi poco accessibili e le emorragie portano all’essiccazione della carcassa senza produzione di fastidiosi odori. Questi anticoagulanti hanno bassa tossicità e riducono al minimo il fenomeno della diffidenza verso l’esca. Inoltre la vitamina K rappresenta un antidoto efficace .