Indice: Pioppo

Il pioppo è un genere di piante arboree della famiglia Salicaceae che comprende una trentina di specie, originarie perlopiù dell’emisfero settentrionale. Ecco le più diffuse in Italia.

Foto di albero di pioppo
pioppo albero
immagine foglie di pioppo
foglie pioppo

Pioppo tremulo

Il Pioppo Tremulo è un albero di terza grandezza, alto sino a 20 m, non molto longevo nei climi meridionali, pollonante, con tronco slanciato lungamente nudo e corona raccolta per rami brevi e tortuosi, con gemme glabre e debolmente vischiose; corteccia liscia di caratteristico colore grigio-verde.

Foglie adulte piccole e quasi orbicolari, sottili, troncate o subcordate alla base, sinuose e crenato-dentate ai margini, acuminate o arrotondate all’apice, glabre, portate da un picciolo lungo e molto appiattito per cui sono assai mobili; foglie turionali e dei polloni più grandi, triangolari-ovate, glabre di sopra ma pelose di sotto, con un picciolo lungo sino a 8 cm.

pioppo tremulo

Fiori in amenti: i maschili con  8 stammi e antere porporine; i femminili più lunghi con stigmi rossi. Fiorisce nel periodo compreso fra marzo e maggio.

Il Pioppo tremulo vive in un vastissimo areale che si estende dall’Europa a gran parte dell’Asia e dell’Africa settentrionale, e però, mentre nei paesi settentrionali scende nelle pianure, in quelli meridionali si accantona nelle montagne, così in Italia dove sale nelle Alpi sino a 1800 m. Specie lucivaga e indifferente al substrato, predilige i terreni forestali umidi e freschi e si insedia facilmente nelle radure dei boschi, nei terreni nudi e nei macereti.

Si usa in selvicoltura come specie pioniera nei rimboschimenti sopra terreni nudi; idonea per alberature stradali in montagna.

Il legno del Pioppo Tremulo, tenero e omogeneo, non è di gran pregio; si usa per imballaggi, lavori ordinari e come legna da ardere; trova impiego speciale nella fabbricazione dei fiammiferi. Nell’industria cartaria può essere usato per la produzione di cellulosa al bisolfito.

Pioppo nero

Il Pioppo Nero è un albero di seconda grandezza, alto sino a 30 m, a tronco nodoso e molto ramificato in alto con rami lisci, giallognoli o grigio-verdastri da giovani, indi grigi, e gemme vischiose, formanti una corona ampia, largamente ovata e rada; corteccia bianco-grigia da giovane, indi nerastra e solcato-fessurata per il lungo, spesso deformata da bozze prominenti.

Foglie con picciolo compresso e ornato da stipole caduche, sprovvisto di ghiandole, a lamina triangolare-romboidale, debolmente cuneata alla base, minutamente seghettato-denticolata ai margini, acuta o acuminata all’apice, liscia e glabra, di colore verde-scuro brillante di sopra, più opaca e con nervature fortemente rilevate di sotto, di consistenza un po’ coriacea.

Fiori in amenti: i maschili rossastri con 6-30 stami e antere rosse; i femminili più gracili, allungantisi a maturità sino a 12 cm, verdognoli con stigmi gialli. Cassula glabra. Fiorisce nel periodo compreso fra marzo e aprile.

Il Pioppo nero occupa un vasto areale che si estende a quasi tutta l’Europa centro-meridionale, all’Asia occidentale e all’Africa settentrionale; comune in tutta Italia, sale nelle Alpi sino a 1400 m. Specie lucivaga e mediamente termofila, predilige i terreni freschi e profondi e quelli periodicamente inondati formando talora associazioni caratteristiche insieme al Salice bianco. Coltivato da lunga data fuori dal proprio areale, si è spesso naturalizzato, ciò che rende difficile la identificazione del suo areale primario.

Il legno del Pioppo Nero, tenero e biancastro, è leggero e poroso, di modesto valore; si usa per impieghi correnti, quali tavolame, imballaggi, mobili ordinari, nonché per la fabbricazione dei fiammiferi. Le radiche marezzate sono apprezzate per legni da trancia e impiallacciatura. 

pioppo-nero

Il legno serve inoltre per la preparazione del carbone vegetale di largo impiego nell’industria come decolorante e in medicina come assorbente. Nell’industria cartaria utilizzabile per produzione di cellulosa al solfato.

Pioppo gatterino

Il Pioppo Gatterino è un albero di terza grandezza, alto sino a 15 m, simile nel portamento al Pioppo bianco, con rami patenti e un po’ penduli e ramuli rossicci che formano una corona rada; corteccia bianca e liscia.

Ha foglie turionali ovato-romboidali, sinuate o grossolanamente dentate ai margini con denti ottusi, mai palmato-lobate, di colore verde-chiaro e glabrescenti di sopra, bianco-grigiastre e tomentose di sotto, meno candide che nel Pioppo bianco, con picciolo compresso in alto, foglie adulte simili ma più piccole e più rotondeggianti, alquanto più cordate alla base e più bianche di sotto.

Fiori in amenti; i maschili  subsessili, con 8-16 stami; i femminili  allungantisi a maturità sino a 12 cm. Cassula glabra o pubescente. Fiorisce in marzo-aprile.

Il Pioppo gatterino è un ibrido naturale tra il Pioppo bianco femmina e il Pioppo tremolo maschio e si trova con una certa frequenza nell’area di vegetazione delle specie progenitrici.

Il legno del Pioppo Gatterino ha caratteristiche e impieghi analoghi a quelli delle specie parentali.

Pioppo cipressino

Il Pioppo Cipressino è un albero molto caratteristico per il suo portamento colonnare stretto e affusolato, alto sino a 40 m, differenziatosi probabilmente per mutazione del Pioppo nero; da questo si distingue per il tronco spesso policormico, per i rami più esili e assurgenti, quasi verticali, e per le foglie che sono alquanto più piccole e più rotondeggianti, con il picciolo soffuso di rosa.

La corteccia è profondamente solcata ma priva di protuberanze. La stragrande maggioranza dei Pioppi cipressini è rappresentata da individui maschili, per cui la moltiplicazione avviene per talea, mentre assai rari sono quelli femminili. Fiorisce in marzo-aprile.

Si presume che la patria d’origine di questa mutazione sia l’Asia occidentale, donde sarebbe stata introdotta da antichissima data in Europa con la coltivazione.

Nell’Europa meridionale e in Italia il Pioppo cipressino è largamente coltivato sia in filari per alberature di viali e lungo i canali,

pioppo cipressino

sia isolato per ornamentazione nei parchi e giardini e intorno alle case; sale nelle Alpi sino a 1300 m.

Il legno del Pioppo Cipressino è di cattiva qualità perché fragile, poroso e grossolano; si usa solamente per farne imballaggi e lavori correnti.

Pioppo bianco

Il Pioppo Bianco è un albero di seconda grandezza, alto sino a 30 m, longevo, a tronco eretto, corteccia bianca e liscia, corona ampia e largamente arrotondata, i ramuli e le gemme sono pelose e bianco-tomentose.

Foglie adulte brevemente picciolate, a lamina ovata o ellittico-allungata, sinuata e ottusamente dentata ai margini, grigia di sotto, foglie turionali lungamente picciolate, a lamina palmato-lobata, con 5 lobi grossolanamente dentati ai margini, di colore verde intenso di sopra e bianco-tomentosa di sotto.

Fiori in amenti laterali: i maschili cilindrici, con stami e antere dapprima porporine poi gialle, i femminili molto più brevi (3-7 cm), con stigmi rosa. Cassula glabra. Fiorisce in febbraio-marzo.

pioppo bianco

Il Pioppo bianco ha un areale che si estende dall’Europa centro-meridionale all’Asia occidentale e al Nord-Africa; in Italia è comune in tutta la penisola, dal piano sino in montagna, salendo nelle Alpi sino a 1540 m. Specie mediamente lucivaga e termofila, predilige i terreni alluvionali profondi freschi e fertili di buona permeabilità e vive, sparso o in gruppi, in consorzio con latifoglie ripicole varie, in particolare con Salici, Ontani e Frassino e, in clima mediterraneo, anche in associazioni proprie.

Albero di primo merito per le alberature stradali è spesso coltivato come pianta ornamentale.

 

Il legno del Pioppo Bianco, con alburno bianco ben distinto dal durame più scuro, è tenero e omogeneo, ma di valore mediocre, si usa per tavolame corrente, per imballaggi e come legno cieco nella costruzione dei mobili comuni;

i pedali e le radiche sono ricercati, per le loro marezzature, per materiale da trancia e da impiallacciatura.

Impieghi speciali sono quelli dalla fabbricazione degli zoccoli e dei fiammiferi. Nell’industria cartaria si usa nella produzione della cellulosa al bisolfito. La corteccia è ricca di tannino e di salicina.